Martina Fidanza si aggiudica il 1° trofeo Born to Win a Civitanova Marche, a podio Letizia Paternoster e Vanessa Michieletto. Sara Fiorin miglior juniores.
Testo di Vivian Ghianni
Tre settimane dopo la spettacolare vittoria di Elisa Longo Borghini nel Trofeo Alfredo Binda di Cittiglio, il ciclismo femminile è tornato sulle strade italiane per il secondo appuntamento Open di questa stagione: a Civitanova Marche, in provincia di Macerata, è andato infatti in scena, nella mattinata di domenica 11 aprile, il 1° Trofeo Born To Win, a cura dell’omonima società sportiva che, nella persona di Roberto Baldoni, si era già fatta promotrice ed organizzatrice delle ultime edizioni del Giro delle Marche in Rosa.
Per questa edizione inaugurale si è optato per un tracciato interamente pianeggiante di 3 chilometri e mezzo da ripetere 26 volte per una distanza complessiva di 91 chilometri, ricavato attorno alla zona industriale della cittadina marchigiana. Il tracciato, tra l’altro, è stato già ben collaudato negli anni con il Gran Premio dell’Industria, che per quest’anno è stato disputato nel pomeriggio (vittoria, per la cronaca, del bergamasco Davide Persico del Team Colpack). Ad imporsi è stata la bergamasca Martina Fidanza, che ha così interrotto un digiuno che su strada durava da oltre un anno e mezzo (ultimo successo al Giro della Provincia di Pordenone nell’agosto 2019). La gara è prevedibilmente scivolata via con andatura elevata e con alcuni tentativi di fuga che però non hanno trovato molto spazio da parte del gruppo, pronto a ricucire sulle varie sortire volte ad anticipare un probabilissimo arrivo a ranghi compatti. Già nel corso dei giri il Team Isolmant Premac Vittoria si è mostrato particolarmente attivo, con Francesca Baroni a fare incetta di traguardi volanti mentre formazioni come Valcar, BePink, Top Girls oltre al team di casa Born To Win hanno cercato in più di un’occasione di portar via un drappello di fuggitive: tra le ragazze più attive si sono segnalate Matilde Bertolini della Valcar, Silvia Valsecchi e Nora Jenkusova della BePink, Deborah Silvestri ed Elisa Dalla Valle della Top Girls, Angelica Brogi della Born To Win, Noemi Eremita della Isolmant e Ylenia Fiscarelli del Pro Cycling Team Fanini (quest’ultima premiata, a fine gara, con la maglia della combattività). I vari tentativi d’anticipo hanno però goduto di vantaggi non superiori ai 15” nei confronti di un gruppo determinato a ricucire il gap prima della conclusione in volata. Il Team Isolmant ha così preparato in maniera impeccabile il terreno per Martina Fidanza, che ha fatto valere le sue doti da grande velocista e si è imposta con autorevolezza. In seconda posizione gradito ritorno nelle zone alte dell’ordine d’arrivo per Letizia Paternoster: la trentina della Trek-Segafredo, in questa occasione in gara con la casacca delle Fiamme Azzurre, è riuscita finalmente a lasciarsi alle spalle mesi difficili, costellati da innumerevoli problemi fisici (Covid compreso) ed ha ottenuto un’incoraggiante piazza d’onore. Bel terzo posto anche per Vanessa Michieletto della Top Girls, con la giovane atleta veneta al primo podio in carriera nella categoria Elite.
Quarta posizione per Silvia Zanardi della BePink, che ha preceduto Rachele Barbieri dell’AC Serramazzoni (penalizzata da un salto di catena) e Silvia Magri della Valcar. Il settimo posto è stato appannaggio di Anastasia Carbonari della Born to Win mentre a completare la top ten sono state Aurora Mantovani (VO2 Team Pink), Gaia Masetti e Giorgia Bariani (entrambe della Top Girls). La prima atleta juniores sul traguardo è stata invece Sara Fiorin del Team Gauss Fiorin, che ha preceduto nella graduatoria Chiara Sacchi della VO2 Team Pink e Michela De Grandis dell’UC Conscio Pedale del Sile.
Una strepitosa Elisa Longo Borghini riconquista il Trofeo Binda dopo 8 anni. La finlandese Annijna Ahtosalo sorprende tutti e tutte nel Piccolo Binda
Testo di Vivian Ghianni
Dopo un anno sabbatico per via delle problematiche legate al Covid-19, il calendario del ciclismo femminile mondiale e italiano ha ritrovato nell’ultimo week end una delle sue classiche più attese: il Trofeo Alfredo Binda, che ha visto la tradizionale conclusione a Cittiglio al termine di 141,8 chilometri insidiosi e caratterizzati dal circuito conclusivo che prevedeva per quattro volte l’ascesa verso Orino. Seppur priva del pubblico delle migliori occasioni a causa delle note restrizioni, la classica varesina è stata però ampiamente ripagata dalla splendida affermazione di Elisa Longo Borghini che, a ben 8 anni di distanza dalla sua prima vittoria a Cittiglio (ottenuta nel 2013 al termine di una giornata atmosfericamente molto complicata), è stata capace di ripetersi con un altro numero d’alta scuola che gli appassionati hanno potuto pienamente gustare nella dirette televisive e via web. La corsa, scattata da Cocquio Trevisago, ha vissuto su qualche sporadico tentativo nella fase iniziale, con l’olandese Paulina Rooijakkers della Liv Racing tra le atlete più attive, tanto che ad una quarantina di chilometri dalla conclusione è stata proprio lei a promuovere un interessante tentativo sulla seconda ascesa verso Orino assieme all’ex iridata Tatiana Guderzo dell’Ale-BTC Ljubljana, con il loro vantaggio che ha superato la trentina di secondi nei confronti del gruppo inseguitore. Prima del ricongiungimento sul duo di testa erano riuscite a riportarsi anche Marta Cavalli della FDJ e la campionessa francese Audrey Cordon-Ragot. Successivamente è stata Anouska Koster della Jumbo-Visma a tentare l’assolo verso Casalzuigno, dopo che l’olandese era stata tra le promotrici di un nuovo tentativo a cinque in compagnia di Marlene Reusser (Alé-BTC), Katia Ragusa (A.R. Monex), Alison Jackson (Liv Racing) e Alena Amialiusik (Canyon SRAM). Quando il gruppo è tornato compatto verso la penultima ascesa ad Orino, è stata Katarzyna Niewiadoma, leader della Canyon, a rompere gli indugi e ad imprimere una veemente accelerata. La sua azione ha però quasi immediatamente lasciato il posto alla fiondata di Elisa Longo Borghini, che con un’attacco molto deciso ha immediatamente staccato tutte le altre atlete. Inizialmente la campionessa italiana ha potuto vantare non più di dieci secondi sulle immediate inseguitrici, che nella fattispecie hanno assunto la forma del quintetto composto dalla stessa Niewiadoma, da Marianne Vos (Jumbo-Visma), da Cecilie Uttrup-Ludwig (FDJ), dalla campionessa spagnola Mavi Garcia (Alé-BTC) e dalla nostra Soraya Paladin (Liv Racing). Pian piano però l’inseguimento si è fatto molto meno incisivo e, unito al vigore dell’azione della campionessa italiana, ha fatto sì che il vantaggio della Longo Borghini crescesse fino a superare i trenta secondi all’inizio dell’ultima ascesa verso Orino. La leader della Trek-Segafredo ha continuato la sua azione potente senza il minimo indugio, mettendo definitivamente in cassaforte il proprio vantaggio, arrivato a superare il minuto dopo l’ultimo scollinamento. Nessuna ha così potuto resistere alla magistrale sortita della Longo Borghini, che si è così presentata in splendida solitudine sul traguardo di Cittiglio per conquistare il Trofeo Binda per la seconda volta in carriera. Sono serviti ben 1’42” per attendere il quintetto d’inseguitrici sul traguardo, dove Marianne Vos, quattro volte vincitrice a Cittiglio (compresa l’ultima edizione precedentemente disputata nel 2019) si è presa di giustezza la seconda posizione allo sprint, precedendo nell’ordine Ludwig, Niewiadoma, una comunque brava Paladin e la Garcia. 2’46” è stato invece il ritardo del gruppo principale, regolato per la settima posizione da Elisa Balsamo (reduce dalla bella vittoria in Belgio nei giorni scorsi) della Valcar, davanti a Sofia Bertizzolo (Liv Racing), Emilia Fahlin (FDJ) e Floortje Mackaij (DSM). Presenti nel drappello anche Katia Ragusa (13esima), Debora Silvestri (Top Girls, 17esima), Erica Magnaldi (Ceratizit-WTN, 19esima) ed Elena Cecchini (Canyon-Sram, 20esima). Ad aprire la mattinata, come da tradizione, era stato però il Piccolo Trofeo Alfedo Binda, gara che vedeva al via le ragazze juniores con ampia e qualificata partecipazione internazionale, in cui erano 73,4 i chilometri da percorrere. Dopo le fasi iniziali in cui tra le nazionali maggiormente attive si sono segnalate quella svizzera, quella francese e quella tedesca, la gara ha vissuto il suo momento decisivo nell’unica ascesa prevista ad Orino: a lanciare un bell’attacco è stata la campionessa italiana Francesca Barale, portacolori della VO2 Team Pink, che ha subito ottenuto un discreto gap, prima di essere raggiunta dall’altrettanto interessante Eleonora Ciabocco (atleta della Ciclismo Insieme Team Di Federico, al debutto nella categoria), dalla francese Eglantine Rayer, dalla campionessa finlandese Anniina Ahtosalo e dalla svizzera Noëlle Ruetschi. Il buon accordo ha permesso alle cinque di racimolare un discreto vantaggio, superiore anche ai venti secondi, che ha permesso loro di riuscire ad approcciare l’ultimo chilometro con un margine di sicurezza tale da renderle imprendibili per il gruppo inseguitore. Sprint ristretto quindi per decidere la vincitrice e alla fine, con una volata di potenza, ad imporsi è stata proprio la finlandese Anniina Ahtosalo (campionessa nazionale sia su strada che nel ciclocross, portacolori della formazione danese Team Rytger), che ha così sorpreso le altre quotate avversarie. Piazza d’onore per l’altrettanto interessante atleta elvetica Ruetschi, che alterna con successo la strada alla Mountain Bike (si era già piazzata seconda, infatti, nella prova inaugurale degli Internazionali d’Italia ad Andora tra le juniores). Terzo posto per la francese Rayer che ha preceduto la generosissima piemontese Barale e la marchigiana Ciabocco, autrici comunque di una bella gara. A breve distanza sono giunte tutte le altre, con Valentina Basilico del Racconigi Cycling Team che si è aggiudicata la volata per la sesta posizione davanti a Sara Fiorin del GS Gauss (per entrambe distacco di 4”). Chiara Reghini (Team Wilier-Chiara Pierobon), la spagnola Ainara Albert (International Cycling Academy) e Andrea Casagranda (Breganze Millenium) hanno poi completato la top ten con un distacco di 6”.